martedì 13 maggio 2008

Oltre 600 precari all'assemblea Lavoratori-Sindacati a Mazzini

Oltre 600 tempi determinati hanno incontrato finalmente i tre rappresentanti di CGIL (Elisabetta Ramat) CISL (Marco Cuppolettti) e UIL (Flavio Tomei) che li rappresenteranno domani difronte all’azienda, per reagire contro il blocco dei rinnovi dei contratti a tempo determinato ma soprattutto sull’interpretazione della legge welfare in Rai.

Le tre sigle si sono impegnate tutte insieme a risolvere in 10-15gg massimo il problema dei td con questo programma di cui si sono presi impegno comune di fronte all’assemblea oggi:
1. sbloccare i rinnovi dei contratti a td bloccati dalla rai;
2. trovare un’interpretazione condivisa dello spirito e dell’applicazione della legge;
3. anticipare gli impegni contrattuali presi con i bacini tutti;
4. programmare una piattaforma di stabilizzazione certa e trasparente che tenga come criterio prioritario le anzianità anche miste (aziende diverse o mansioni diverse)
I lavoratori hanno chiesto compatti anche :
di rivedere coi sindacati gli elenchi dei bacini con la creazione di graduatorie condivise (per giorni di anzianità e per completezza);
tutele per chi non ha ancora raggiunto i 36mesi indicati dalla legge;
vigilanza sull’ottemperanza delle regole stabilite nell’accordo;
contingentazione degli appalti e del lavoro di collaborazione;
controllo sul turn over con il rispetto della sostituzione nei numeri dei prepensionamenti o dei pensionamenti con lavoratori precari;
assoluta esclusione dell’uso di personale interinale in ogni parte dell’azienda.
I lavoratori tutti hanno dato la loro disponibilità in caso di contrasto insanabile alle richieste di stabilizzazione del sindacato ad entrare in sciopero.
Ha dato la sua adesione all’assemblea anche la sede di Torino.
I sindacati per garantire la massima trasparenza hanno offerto la possibilità ad alcuni precari di assistere alle riunioni con l’azienda a partire da quella che si terrà già domani alle 10:30 a DG Mazzini.
I precari che si sono offerti come uditori hanno anche garantito agli altri lavoratori di farsi testimoni attivi degli incontri relazionando il lavoro tra sindacati e azienda sul sito di unirai e diffondendolo in ogni modo.

lunedì 12 maggio 2008

Il regime torna a farsi sentire.

Ecco le prime voci sgradite al nuovo governo di centrodestra. Travaglio da Fazio, come già il servizio di Grillo nel programma di Santoro. Gasparri vuole la censura, Guzzanti vuole un nuovo editto bulgaro.
Tutti (con l'unica eccezione di Antonio Di Pietro) fanno a gara ad ossequiare Berlusconi, Schifani e tutte le "lese maestà".
Siamo tornati, se ancora non ve ne siete accorti, nel regime berlusconiano. In cambio di che? Di qualche poliziotto o carabiniere che fa la faccia feroce con un rom o un marocchino? Di una manciata di spiccioli "non tassati" per poter fare qualche ora di straordinario in più?
"Colpirne uno per educarne cento". Lo dicevano i brigatisti rossi negli anni 70. E' quanto ha dichiarato, nel corso della registrazione di 'Porta a porta', il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, in riferimento ai 'fannulloni' nella pubblica amministrazione. Un'altra delle cadute di stile cui ci ha abituato, già dai passati governi berlusconiani, il centrodestra. Ora, cosa accadrà? Brunetta dichiarerà di essere stato frainteso? Al ministro vorrei ricordare che è giusto prendersela con chi non lavora e prende i soldi, ma che la stessa durezza deve essere applicata con tutti quei manager, superpagati, che hanno combinato disastri in numerose aziende pubbliche (o di servizio pubblico) e se ne sono andati con liquidazioni e pensioni da favola.

giovedì 8 maggio 2008

Le risposte al blocco dei contratti TD

Dal sito di UniRai:
Blocco TD. Posticipato a lunedì 12 maggio
(ore 17:00 - DG Mazzini - Sala Mensa)
l'incontro unitario Sindacati-Lavoratori inizialmente previsto per venerdì 9.







lunedì 5 maggio 2008

Una figuraccia...

Il presidente RAI Petruccioli ha trovato scandaloso che su Annozero fosse mandato in onda un servizio sul V2Day. Ora, lo ha detto anche qualcuno (Marco Travaglio ospite a Crozza Italia Live, mi sembra), veniamo a sapere che Rainews 24 ha trasmesso tutto il discorso di Grillo, in diretta.
Mi pare che non bastino gli aggettivi per definire la brutta figura fatta dal Nostro...

venerdì 2 maggio 2008

Riunione lavoratori RAI TD

Lunedì 5 maggio alle ore 19
al teatro di via Santa Lucia 5 (Teulada)
riunione di tutti i lavoratori Rai td
sul blocco dei nuovi contratti a TD

Petruccioli e Santoro

Un "editto bulgaro", stavolta, direttamente da viale Mazzini? Il presidente della RAI Claudio Petruccioli sembra quei tipi "più realisti del Re", riguardo alla trasmissione "Anno Zero" andata in onda ieri sera, 1° maggio 2008.
dal sito di Rainews 24:
Petruccioli critico su "Anno Zero" dedicato a Grillo.
FNSI: gli spettatori non sono immaturi

E' incalcolabile il danno causato alla dignita' del servizio pubblico dalla trasmissione 'Annozero' di Michele Santoro, che ha confuso la sua liberta' di giornalista con l'appalto degli schermi Rai a terzi che ne fanno un usoindecente, come Beppe Grillo. Il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, non usa mezzi termini per stigmatizzare l'ultima puntata della trasmissione di Raidue e, facendo ammenda, assicura che episodi del genere non si ripeteranno. "Ieri sera - argomenta Petruccioli - Michele Santoro ha di nuovo messo il ServizioPubblico Radiotelevisivo a disposizione di Beppe Grillo; il quale, dagli schermi della Rai, ha rivolto insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al Presidente della Repubblica, oltreche' ad una personalita' universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi".
Per il presidente di Viale Mazzini, "il danno, l'umiliazione e la vergogna che vengono al Servizio Pubblico da questi episodi, sono incalcolabili; per la mia funzione e personalmente ne faccio ammenda e prendo impegno - nell'ambito delle mie responsabilita' - a fare tutto il possibile per impedire che qualcosa del genere possa ripetersi. A nessuno - ammonisce Petruccioli - quindi neppure a Michele Santoro, e' consentito confondere la liberta' del giornalista e la responsabilita' del conduttore con l'appalto, di fatto, della tv pubblica a terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente. Chi e' responsabile di un programma non lo e' solo per quanto dice personalmente, ma per tutto quel che, nel programma stesso, avviene; non ci sono 'zone franche'. Anche Santoro, come tutti coloro che in Rai lavorano e con la Rai collaborano, ha il dovere non eludibile di tutelare la dignita' e il prestigio del Servizio Pubblico".
FNSI: gli spettatori non sono immaturi
Ieri sera il servizio pubblico, con la puntata di "Annozero" incentrata su Beppe Grillo, ha parlato di una vicenda italiana che in questi giorni ha fatto notizia. Un personaggio scomodo, che fa uso di un linguaggio spesso sgradevole: come è stato sottolineato criticamente anche in trasmissione. Ma appare singolare l'idea del Presidente Petruccioli che gli spettatori della Rai non possano vedere cio' che avevano potuto leggere nei giorni precedenti sui quotidiani: come se fossero cittadini immaturi e bisognosi di tutela. E' quanto afferma il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Roberto Natale,che aggiunge: "Le frasi sul presidente Napolitano, così come gli insulti al professor Veronesi e ad alcuni direttori di testata, hanno trovato replica nel dibattito in studio". "Chi ha seguito la trasmissione - dice ancora - ha comunque potuto farsi un'idea più precisa di un fenomeno che ha coinvolto in queste settimane alcune centinaia di migliaia di persone. Il Presidente della Rai è solito citare una antica massima come sua ideale linea-guida del servizio pubblico: "nulla di ciò che è umano mi è estraneo". Provi a pensare che ieri sera è stata messa in pratica. Con l'effetto, tra l'altro, di smentire le sommarie analisi di Grillo su un sistema della tv chiuso e totalitario. Se poi si vogliono cercare spazi della programmazione Rai che procurano al servizio pubblico "danno, umiliazione e vergogna incalcolabili", come Petruccioli ha dichiarato, forse bisogna volgere lo sguardo altrove".
Una cosa vergognosa, in effetti, è il comportamento tenuto dall'azienda nei confronti di molti dei suoi dipendenti, costretti a subire anni e anni di precariato.

Commento pubblicato sul sito di Sabina Guzzanti...

... in risposta a un'utente che ha scritto:

"impiegati soprattutto nelle produzioni Tv, sono scenografi, parrucchieri, videografici, programmisti registi, aiuto registi"
Non è il mio campo ma mi pare che questi mestieri siano da tempo immemore di tipo precario. Un regista non può pretendere di non essere precario, e un parrucchiere se decide di lavorare nel mondo dello spettacolo sa che sarà precario, altrimenti se non vuole esserlo si apre il suo negozio (e si accontenta del salario più basso).
Poverini, questi precari delle produzioni tv..

Colgo una malcelata ironia nell'intervento di "elenabondi". "Il parrucchiere, se non vuol esserlo (precario) si apre il suo negozio" mi fa venire in mente la famosa frase di Maria Antonietta sul popolo che aveva finito il pane "che mangino brioches"! Non è proprio il suo campo, cara mia, ma allora ha mancato un'ottima occasione per starsene zitta. Un regista pagato profumatamente può anche permettersi di essere precario (poi ci sono quelli come un certo Michele Guardì che, precari o no, sono a riempirci i weekend e l'ora di pranzo da anni), ma un montatore come me, ad esempio, no. Lo sa, cara "elenabondi", che lavoro nei media da trentatré anni e che, se spesso sono rimasto disoccupato, non era certo per colpa mia ma per colpa dell'incapacità dei datori di lavoro? Sono probabilmente il più anziano montatore "analogico" d'Italia, per età e per esperienza sulle macchine, parlo quattro lingue, mi sono formato anche su Avid (il montaggio computerizzato), ho scritto due saggi di storia del cinema, parlo quattro lingue (inglese, francese, portoghese e arabo) e, nonostante tutto ciò, sono costretto a barcamenarmi tra un contratto a tempo determinato e l'altro, dipendente RAI o di qualche agenzia interinale. Pagato una miseria, nonostante abbia investito su di me per crescere in preparazione e cultura generale. Se ti chiami (senza offesa per lui) Paolo Bonolis, puoi saltellare tra RAI e Mediaset e ogni volta far crescere il tuo valore. A noi tecnici, questo è negato. O bere o affogare. In più, ora eccoci qua con questa storia del blocco dei contratti a tempo determinato, in un'azienda presieduta da un tizio che, in passato, ha diretto "l'Unità". Alla faccia della Repubblica democratica fondata sul lavoro! Posso dire che, se Antonio Gramsci avesse saputo in che mani finiva il giornale fondato da lui nel 1924, forse si sarebbe suicidato invece di morire nelle carceri fasciste?

giovedì 1 maggio 2008

Ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare... Altro che navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione! "Liberazione" del 25 aprile 2008 (il che vuol dire poco più di dieci giorni dalla scomparsa dei comunisti dal Parlamento) che prende posizione a sostegno dello sciopero dei montatori RAI, indetto dall'APIM, che è un'associazione professionale, non un sindacato.
Il giornale diretto da Piero Sansonetti, in un articolo, sottolinea che l'agitazione è stata indetta anche a sostegno della qualità. Vero, certamente, perché mi immagino già certi giornalisti dei TG alle prese con la cosiddetta "digitalizzazione", sarebbe a dire che il pezzo te lo giri e te lo monti da solo. Sono già in tanti ad avere problemi con grammatica, sintassi e ortografia, nonché con le lingue straniere (il che è una cosa seria, se consideriamo che Newscutter è un programma coi comandi in inglese), pensa un po' cosa può venirne fuori se li piazzi davanti a una workstation connessa al server!
In tutta onestà, un po' ovunque in casa RAI anche alcuni montatori hanno qualche difficoltà nell'eseguire certe manovre (lo scarico in Assemble Edit, per esempio), ma credo che piazzare un giornalista di una cinquantina d'anni davanti a un Avid sia una crudeltà pari a quella cui assistemmo una ventina d'anni fa, quando le Poste e le Banche furono pesantemente informatizzate, quindi obbligando impiegate e impiegati, che già non erano campioni di velocità, a lavorare con postazioni dotate di PC che, magari, non avevano mai visto in vita loro.
Qualità del lavoro, certamente, ma anche difesa del posto di lavoro perché, se i giornalisti iniziano a fare i montatori, ci sarà da trasferire questi ultimi in altri reparti. Passare dal TG alle Reti non è neanche gratificante dal punto di vista economico, ma "facciamo finta che"... Un numero di montatori si sposta e, di conseguenza, un identico numero di precari non viene più chiamato. Ad aggravare il problema ci si mette l'ultima novità: il blocco dei contratti TD.
In un Paese dove l'ultima finanziaria prevede che, se un tizio lavora per tre anni in un posto, a tempo determinato, allo scadere del terzo anno deve venire assunto con contratto a tempo indeterminato. La RAI, che tra l'altro è presieduta da un uomo che si dichiara di sinistra, Claudio Petruccioli, non ci sta. Vuole una deroga e intanto, per non saper né leggere né scrivere, blocca tutto.
Bene, bravi... Una bella notizia da dare ai miei figli o alla padrona di casa.
Detto tra noi, ci vuole un bel coraggio a trasmettere la diretta del concerto del Primo Maggio (a proposito, quest'anno la regia era di Stefano Vicario e il miglioramento si è visto) in collaborazione con CGIL CISL e UIL e fare crumiraggio durante lo sciopero dei montatori mandando i giornalisti a montare i pezzi in appalto, come potete leggere sul post copiato dal sito di UniRai.
A parte il fatto che, se fossi stato nei panni dei sindacalisti RAI, avrei immediatamente fatto un po' di casino, minacciando anche di bloccare il concerto o di fare una bella conferenza stampa dove si denuncia il comportamento antisindacale dell'Azienda.
Tant'è... Il Sindacato forse non ha colto la novità che c'è nell'aria e, se va avanti così, rischia davvero di avere qualche problema di proselitismo, prossimamente. Non si spiegherebbe, altrimenti, il successo avuto dall'anomala iniziativa di protesta indetta da un'Associazione Professionale e non da CGIL CISL UIL. "Liberazione", forse perché la scomparsa di Rifondazione Comunista dal Parlamento è roba di pochi giorni fa, ha messo un po' d'attenzione su questo problema.

mercoledì 30 aprile 2008

Ma la RAI in che paese vive?

dal sito di UniRai:
I contratti a TD, di bacino e non, sono stati bloccati dai vertici dell’Azienda a partire da oggi.
Questo perché a tuttoggi, i competenti uffici legali Rai, non sono riusciti a dare una interpretazione plausibile alla cosiddetta “legge sul welfare”(n.d.r. l.n. 247 approvata il 24 dicembre 2007 insieme alla Finanziaria), nella parte dedicata al lavoro a tempo determinato.
Siamo ormai a Maggio e le indicazioni ufficiali sembra che siano di bloccare qualsiasi assunzione a T.D. In attesa di successivi e compensativi accordi Sindacali che “dovrebbero” intraprendersi intorno alla metà del mese.
Come al solito si è lasciato “decantare” un problema per poi usarlo come “ariete” ai fini di ottenere “concessioni” dai ns. Sindacati, sulla pelle degli ormai decennali precari Rai di ogni ordine e grado, e guarda caso in occasione di un ormai “imminente?” rinnovo del Contratto di lavoro..
L’Associazione UniRai invita tutti i lavoratori ad attivarsi e mobilitarsi contro queste gravi decisioni Aziendali, esercitando la massima pressione sui nostri organismi sindacali affinché unitariamente si attivino e nel più breve tempo possibile, propongano all’Azienda una piattaforma di risoluzione del problema.
L’Associazione stessa si riserva di attuare ulteriori forme di sensibilizzazione della base lavorativa ed iniziative, raccomandando a tutti la massima vigilanza e partecipazione, al fine di scongiurare brogli o “giochi di palazzo” a cui purtroppo troppo spesso siamo stati tristemente abituati ad assistere in passato.
Il Direttivo UniRai

Rai. Contro sciopero montatori azienda usa service esterno


dal sito di UniRai:


Roma, 24 apr. (Apcom) - La Rai ha deciso di rispondere duramente allo sciopero proclamato dai montatori televisivi, che rischiano di essere notevolmente ridotti come numero all' interno del processo di digitalizzazione avviato dalla tv pubblica.
Per evitare il blocco della messa in onda dei servizi dei tg e degli altri programmi di rete, viale Mazzini ha deciso di utilizzare un service esterno privato, Telewave cine tv.
Il risultato sono stati momenti di tensione all' esterno dei centri di produzione della Rai di Saxa Rubra a Roma, ma anche in quelli di Napoli, Milano e Torino. La societa' privata ha infatti 'piazzato' dei pulmini attrezzati per montare i servizi tv fuori delle sedi Rai, e i giornalisti della tv pubblica hanno dovuto portare le cassette con il 'girato' grezzo a questi mezzi per poi riprenderseli montati e portarli in trasmissione.
Particolare la situazione che si e' creata a Piazza Borghese, a Roma. A due passi dal Parlamento, c'e' la sede Rai di Fontanella Borghese dove solitamente vengono montati i servizi 'politici' dei tg e della Testata parlamentare. I giornalisti della Rai, sotto la pioggia, sono dovuti uscire dalla sede di largo Fontanella Borghese, con le cassette in mano, per salire e scendere da una serie di pulmini della societa' esterna di produzione tv. Questo passando davanti ai montatori Rai in sciopero che manifestano con i fischietti. Non sono mancati momenti di imbarazzo e di tensione. L'Apim, l'associazione professionale montatori cinetelevisivi Rai, protesta e parla di 'comportamento antisindacale' da parte dell'azienda. 'Stiamo documentando con foto e immagini quello che sta succedendo', spiega Roberto Barbanera, del direttivo dell'Apim, che si trova a piazza Borghese. 'La Rai si e' rivolta alla Telewave Cine Tv Production per evitare i rischi legati al nostro sciopero. Stanno operando qui a piazza Borghese e dentro la sede della societa', a via Filacciano, dove fanno la spola i giornalisti da Saxa Rubra e dove noi non possiamo entrare, trattandosi di proprieta' privata, pur di consentire il montaggio dei pezzi da mandare in onda. Si tratta di comportamento antisindacale'. Un altro service esterno sta lavorando a piazza Navona per la manifestazione di chiusura della campagna elettorale di Gianni Alemanno: 'Ma quello - sottolinea Barbanera - era un supporto esterno gia' previsto e concordato prima'. I montatori Rai sono 260 a tempo indeterminato piu' cira altri 200 a tempo determinato. La digitalizzazione avviata dalla Rai, che e' partita da Raidue, prevede una drastica riduzione di questi numeri. In particolare il progetto prevede che i giornalisti dei Tg monteranno da soli in futuro i servizi, senza piu' ricorrere ai montatori.

martedì 29 aprile 2008

Lo sciopero di giovedì 24

L'adesione sembra essere stata alta. Sul sito dell'APIM in homepage le immagini della manifestazione a viale Mazzini. Interessanti i comunicati di solidarietà.
Di seguito la nota dell'AMI (Associazione Montatori Italiani):
AMI Associazione Montatori Italiani appoggia lo sciopero indetto da APIM Associazione Professionale Italiana Montatori cinetelevisivi il 24 aprile 2008.Sosteniamo i montatori RAI che rivendicano il diritto di incidere sul proprio futuro lavorativo e che vedono chiaramente nei piani aziendali la certificazione della scomparsa della propria figura professionale.
Le ragioni della protesta riguardano la riduzione da parte dell'azienda RAI del personale del montaggio in misura del 90% e la difesa dei lavoratori a Tempo Determinato in attesa di assunzione o in vertenza con RAI, nonchè la totale assenza dei montatori nel processo di rinnovamento tecnologico dei telegiornali.
Riteniamo che la tutela e la riqualificazione del nostro mestiere passino anche e soprattutto attraverso la solidarietà tra tutti i professionisti dell'audiovisivo e in special modo tra i montatori che storicamente hanno vissuto sempre da vicino la precarizzazione e che, analogamente a tutti i lavoratori, vedono diminuire tutele e qualità del lavoro.
Per sopperire al blocco dei reparti di montaggio la RAI sicuramente opterà per una esternalizzazione delle lavorazioni presso società di postproduzione e service. Invitiamo pertanto tutti i soci, i simpatizzanti e in generale tutti i montatori freelance a non prestare la propria opera in sostituzione del lavoro dei colleghi RAI coinvolti nello sciopero.Invitiamo anche a partecipare ai presidi indetti sul territorio da APIM per portare una solidarietà concreta ai lavoratori in lotta.
Il Consiglio Direttivo.
Questa la nota di solidarietà del TG2:
RAI: CDR TG2, SOLIDARIETA' AI COLLEGHI MONTATORI V. 'RAI: ASSOCIAZIONE MONTATORI, POSTI A RISCHIO...' DELLE17:06 (ANSA) - ROMA, 22 APR - A DUE GIORNI DALLO SCIOPERO PROCLAMATO PER IL 24 APRILE DALL'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DEI MONTATORI DELLA RAI, IL COMITATO DI REDAZIONE DEL TG2 MANIFESTA IN UNA NOTA "LA PROPRIA SOLIDARIETA' NEI CONFRONTI DI CHI, COME I COLLEGHI MONTATORI, PONE ALL'ATTENZIONE DELL'AZIENDA LA NECESSITA' DI OFFRIRE AGLI UTENTI UN LAVORO ED UN PRODOTTO DI QUALITA"'. "SENZA ENTRARE NEL MERITO DELLE RIVENDICAZIONI E DELLE SCELTE SINDACALI DI UN'ALTRA FIGURA PROFESSIONALE, IL CDR DEL TG2, TESTATA IMPEGNATA PER PRIMA NEL PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE IN CORSO - SI LEGGE NELLA NOTA - SOTTOLINEA L'ESIGENZA DI SALVAGUARDARE IL PATRIMONIO PROFESSIONALE DEI MONTATORI DEI TELEGIORNALI RAI, GARANZIA, TRA LE PIU' PREZIOSE, PER UN SERVIZIO PUBBLICO DI QUALITA'. QUESTO NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE SARA' IL LAVORO UNITARIO DELLE DIVERSE PROFESSIONALITA', SEMMAI COSTANTEMENTE RIQUALIFICATE, MA MAI MORTIFICATE O DIVISE, A DARE UN FUTURO MIGLIORE ALLA RAI". (ANSA). COM-MAJ 22-APR-08 18:26
Documento del Comitato di Redazione del TG3:
RAI: CDR TG3, SOLIDARIETA' A MONTATORI IN SCIOPERO = 'AZIENDA SI IMPEGNI NELL'OPERARE SCELTE CONDIVISE' Roma, 23 apr. (Adnkronos) - Per domani e' indetto uno sciopero proclamato dall'associazione professionale dei montatori della Rai. Il Cdr del Tg3 manifesta "la propria solidarieta' nei confronti di colleghi che pongono all'attenzione dell'azienda la necessita' di offrire agli utenti un prodotto di qualita'". Il Comitato di redazione del Tg3 sottolinea "l'importanza dei contenuti e delle scelte che deve operare la Rai anche sull'innovazione tecnologica perche' saranno queste a determinare il futuro dell'azienda". Il Cdr del Tg3, "consapevole dell'importanza primaria come Servizio Pubblico che deve avere la Rai nelle diverse piattaforme del mercato multimediale, chiede all'azienda il massimo impegno nell'operare scelte condivise". (Toa/Col/Adnkronos) 23-APR-08 17:36
Documento del Comitato di Redazione di RAI International:
In occasione della giornata di sciopero indetta dall’associazione professionale dei montatori della Rai, il comitato di redazione di Rai International esprime la propria solidarietà nei confronti dei montatori impegnati in una difficile vertenza con l’azienda. Salvaguardare il patrimonio professionale di una categoria che con il proprio lavoro e le proprie competenze costituisce uno dei presupposti essenziali per garantire un servizio pubblico di qualità, è un obiettivo che impegna anche i giornalisti i quali hanno tutto da perdere dalla svalutazione del ruolo e dell’opera dei colleghi montatori. Senza volere in alcun modo interferire nelle rivendicazioni proprie di un’altra categoria che in piena autonomia elabora le proprie rivendicazioni, avvertiamo nondimeno la necessità di sostenere tutte quelle iniziative che vadano nella direzione del rafforzamento di tutte le professionalità espresse da quanti lavorano nella nostra azienda.
Il Cdr di Rai International
Solidarietà dal Sindacato UGL:
UGL, SOLIDARIETA' A MONTATORI CINETELEVISIVI IN SCIOPERO Solidarietà ai montatori televisivi della Rai che oggi sono in sciopero è stata manifestata dal segretario nazionale del sindacato Ugl telecomunicazioni-Rai, Fabrizio Tosini. "I timori manifestati dai colleghi montatori - si legge in una nota -, su una strisciante marginalizzazione del loro lavoro, innestato dal processo di trasformazione digitale di Reti e Testate Giornalistiche, sono stati già riferiti da questo sindacato ai vertici aziendali". "Nella piattaforma sul rinnovo contrattuale che ci accingiamo a presentare - conclude l'Ugl -, sottolineiamo la necessità di un pieno coinvolgimento dei lavoratori e chiediamo all'Azienda precise garanzie in merito alle ricadute in termini occupazionali indotti dalle trasformazioni in corso". (AGI)
Solidarietà RdB-CUB:
COMUNICATO STAMPA SOLIDARIETA’ AI MONTATORI RAI IN SCIOPERO La Federazione nazionale RdB-CUB esprime piena solidarietà ai montatori RAI in sciopero per la riqualificazione e a difesa dei posti di lavoro messi a rischio dall’imminente processo di digitalizzazione. Le RdB-CUB chiedono che ogni processo di trasformazione del modello produttivo avvenga esclusivamente con il coinvolgimento dei lavoratori interessati, attraverso una definizione chiara dei ruoli e nel pieno rispetto delle professionalità esistenti. Le RdB-CUB denunciano inoltre il processo di precarizzazione sempre più spinta che sta coinvolgendo tutti i settori produttivi della RAI, dove ulteriori forme di lavoro temporaneo vanno ad aggiungersi ad un precariato ormai storico, senza che vengano sanati i numerosi contenziosi legali avviati dai lavoratori per il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione. Tale quadro appare ancora più preoccupante in relazione alla funzione di servizio pubblico affidato all’azienda radiotelevisiva, funzione a cui dovrebbe corrispondere anche il rispetto dei diritti dei lavoratori impegnati nella RAI. Roma, 24 aprile 2008
Comunicato Associazione Stampa Romana:
Oggi in sciopero i montatori Rai. Solidarietà dell'Associazione Stampa Romana Roma, 24 aprile 2008. Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa Romana esprime solidarietà ai montatori RAI che oggi - 24 aprile – hanno proclamato una giornata di sciopero, non avendo ottenuto dall’azienda chiarimenti e garanzie in merito ai processi di digitalizzazione che si stanno avviando all’interno del servizio pubblico. Il Consiglio Direttivo dell’ASR condanna il comportamento della RAI, che chiede oggi ai propri giornalisti di montare i servizi con montatori in appalto esterno in sostituzione di quelli intesi in sciopero. Grave è pure la scelta aziendale di anticipare i montaggi dei servizi delle rubriche per garantirne la messa in onda nella giornata di oggi. Si tratta di una politica di relazioni sindacali pericolosa e inaccettabile. L’avanzamento tecnologico è un processo irreversibile e necessario, ma non può essere attuato senza un confronto con i lavoratori, che ne chiarisca modalità di attuazione e punti di arrivo finali. Tali processi non possono poi avvenire andando a discapito della qualità del prodotto informativo che la professionalità dei montatori garantisce insieme ai giornalisti e a tutte le altre figure professionali impegnate in RAI.
Sindacato UsigRAI "L'Alternativa":
RAI: USIGRAI 'ALTERNATIVA', NON SI SOTTOVALUTI SCIOPERO MONTATORI = Roma, 22 apr. (Adnkronos) - La componente "Usigrai l'Alternativa" denuncia in una nota "l'intento di cancellare il 90% degli operatori del montaggio attraverso un piano di digitalizzazione gia' tecnicamente avviato ma di cui ancora non si comprendono gli indirizzi e le linee guida". Per questo invita a non sottovalutare lo sciopero indetto per il prossimo 24 aprile dai "montatori Rai aderenti all'Associazione professionale italiana montatori cinetelevisivi (Apim) contro il piano di digitalizzazione dell'azienda". "Il servizio pubblico radiotelevisivo -sottolinea Usigrai l'Alternativa- ha urgente bisogno di innovazioni tecnologiche, afferma al componenente sindacale Rai, purche' non finalizzate esclusivamente a generalizzati tagli occupazionali, come gia' accaduto nel caso della radiofonia; ed in ogni caso le innovazioni non debbono avere conseguenze sulla qualita' e sulla completezza dell'informazione. L'Usigrai dovra' vigilare con attenzione sulla circostanza che si potrebbe determinare giovedi' prossimo, quando i giornalisti rischierebbero di ritrovarsi a dover montare i propri servizi con montatori in appalto esterno in sostituzione di quelli interni all'azienda: non basta un garbato richiamo in commissione paritetica. Il silenzio, sarebbe un atteggiamento scarsamente solidale nei confronti del colleghi addetti al montaggio ed insieme l'atto di resa ad una linea aziendale quantomeno discutibile", conclude la componente 'Alternativa' dell'Usigrai. (Sin/Pe/Adnkronos) 22-APR-08 20:45

lunedì 21 aprile 2008

Sciopero dei montatori RAI, 24 aprile 2008

All'inizio mi era parsa una cosa strana. Uno sciopero indetto da un'associazione professionale e non dal sindacato... Però la situazione in RAI è certamente grave, specie per quanto riguarda i montatori. La cosiddetta "digitalizzazione" potrebbe portare, per quel che riguarda ad esempio i TG, a un montaggio dei servizi direttamente da parte dei giornalisti che li scrivono. Quindi, molti montatori dei telegiornali non avrebbero motivo di restare in tali strutture e sarebbero dislocati altrove. Il che comporterebbe un inevitabile riduzione del ricorso ai lavoratori inquadrati nei contratti TD (tempo determinato). Come il sottoscritto. A parte la tentazione di chiedere polemicamente se, visto che ci sono numerosi giornalisti semianalfabeti (a giudicare dai continui attentati alla grammatica e alla sintassi cui siamo costretti ad assistere seguendo i TG) che pretenderebbero di fare il mio lavoro, non sarebbe più giusto che io, che ho scritto due libri pubblicati da editori di importanza nazionale, facessi il giornalista, credo che sia importante far sapere che la professionalità del montatore non si improvvisa. Cosa rischiamo di trovarci davanti? Nella più rosea delle ipotesi, pezzi realizzati con un copia/incolla di brani già montati presenti nelle eveline. I sindacati, su questa faccenda, sembrano giocare in difesa. Limitare i danni ai livelli occupazionali degli interni. Credo che già coloro che sono inclusi nel cosiddetto "bacino" stiano rischiando grosso. Chi, come me, è più fuori che dentro, potrebbe dover ritornare a vagabondare tra un appalto e l'altro, con le condizioni di trattamento da Mac Donald's pechinese che sono tipiche di questi posti. Signori cari, a cinquantuno anni non mi va di continuare a fare il ragazzotto di bottega. Dovrei raggiungere la pensione facendo questa vita qui? Ma vogliamo renderci conto che, con la mia esperienza e la formazione professionale faticosamente costruita, spesso a mie spese, anno dopo anno, considero un insulto alla mia persona e alla mia intelligenza venir trattato in questo modo? Facevo un ragionamento, di livello assai basso, ma indiscutibile. 1993, 15 anni fa, lavoravo alla SBP e guadagnavo 2.365.000 lire nette in busta. Tempo indeterminato e quattordici mensilità. Me ne sono andato non per mia scelta, ma perché la società rischiava di chiudere. Adesso sono alla RAI, contratto TD da nove mesi e guadagno 1.200 euro. Lira più, lira meno, quello che guadagnavo allora. Ma la vita costa assai più cara, c'è l'effetto-euro che fa valere il mio stipendio 1.200.000 lire! E allora, scusatemi cari compagni, ma il 24 sciopero anch'io. Comincio a capire come mai in tanti hanno votato Lega Nord. Se CGIL CISL e UIL non si danno una regolata, probabilmente rischiano di fare la fine della Sinistra Arcobaleno. E ciò significherebbe tornare al Medio Evo. Però questa situazione dipende anche da come riusciranno a mantenere il contatto con la realtà.
Per amore di sintesi, mi sono limitato a parlare dello sciopero del 24 e della situazione dei montatori, non vorrei essere tacciato di corporativismo.
Della RAI e di tutto quello che non funziona all'interno c'è tempo per parlare, poco alla volta, ma intendo farlo.

giovedì 13 marzo 2008

"Così la Rai molla i giornalisti scomodi". Una lettera di Paolo Barnard

Copio e incollo dal sito di Senza soste:
Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle.
Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'. Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto. Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sullacomunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non sono necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA). L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003.Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi (2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi. All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo.La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4) E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.**(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva (5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI in questi casi). Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata.La apro.E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima". (6)Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità. Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla." (7) Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso. (8)Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'.Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari. Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno. Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare. Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità. Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema. Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me.Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva. Grazie di avermi letto.

giovedì 28 febbraio 2008

Rai: esce Mastella,in arrivo Capezzuto

Una storia vecchia di qualche anno (2004), ma sempre interessente da leggere:

SI È APERTO e si sta per chiudere nel nome di Clemente Mastella il purgatorio da precaria Rai di Valeria Capezzuto, napoletana, quarantasette anni a giugno, un diploma al liceo artistico e un'attività giornalistica cominciata nel '92 al Giornale di Napoli, che le consente di diventare professionista nel febbraio del '95. Dal 3 maggio il deputato sannita esce dall'organico della sede
napoletana della Rai. A via Marconi Mastella arriva, benedetto da Ciriaco De Mita, con un contratto da praticante, nel 1973; ha ventisei anni e, alle spalle, una laurea in Lettere e filosofia e brevi esperienze da insegnante, ma a Fuorigrotta rimane soltanto tre anni.
Il 20 giugno del '76, con sessantaquattromila preferenze, viene eletto deputato nella circoscrizione Avellino, Benevento e Salerno, e difende con successo la poltrona a Montecitorio nelle sette elezioni successive. La casella liberata a Napoli da Clemente Mastella dovrebbe consentire l'assunzione a tempo indeterminato del più titolato tra i precari storici di via Marconi, ma il condizionale è necessario perché le vicende Rai hanno quasi sempre evoluzioni tortuose, che diventano imprevedibili nel clima acceso della campagna elettorale.Secondo l'elenco stilato dalla Rai, nella lista dei precari storici delle sedi (sono centosessanta con oltre duecento giorni di lavoro), ci sono undici giornalisti che da anni lavorano con contratti a tempo determinato alla redazione di Fuorigrotta. La prima degli undici è Valeria Capezzuto e sul suo nome ci sono impegni e documenti del comitato di redazione (da febbraio sono in carica
Annalisa Angelone, Enrico Deuringer e Massimo Ravel) e del responsabile dei servizi giornalistici Massimo Milone. Eppure nel marzo del '95, quando l'allora numero uno della redazione partenopea Giuseppe Blasi presentò al direttore della Tgr Piero Vigorelli una terna di nomi (Valeria Capezzuto, Fabrizio Kuhne e Angela Mazzocchi) per la sostituzione, con contratto semestrale, di Mastella, si beccò la bocciatura del comitato di redazione e dell'Assostampa perché la Capezzuto e Kuhne non erano iscritti all'elenco dei disoccupati. La dura opposizione del sindacato si liquefò con l'estate e il primo agosto la Capezzuto conquistò il contratto semestrale. Alla sua assunzione e alla promozione a vice redattore capo di Geo Nocchetti, il deputato Giuseppe Gambale dedicò un'interrogazione al vetriolo (seduta della camera dei deputati del 15 settembre 1995, atto ispettivo numero 4-13577), indirizzata ai ministri delle Poste e della Giustizia. Nell'interrogazione Nocchetti era definito "amico e 'sponsor' della Capezzuto, solerte collaboratore dell'onorevole Mastella e fino a tre mesi fa coordinatore del Ccd campano". Gambale scriveva anche che Valeria Capezzuto sarebbe "diventata giornalista professionista grazie a uno strano attestato di praticantato del Giornale di Napoli allora guidato dal vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera Emiddio Novi". E continuava: "della storia professionale della Capezzuto l'interrogante ricorda, in particolare, le cartelline distribuite ai giornalisti in occasione delle iniziative elettorali dell'onorevole Clemente Mastella, la scorsa primavera". Questo il contrastato esordio in Rai della Capezzuto; ora, dopo nove anni, dodici contratti e 1565 giorni di lavoro, dovrebbe arrivare l'assunzione definitiva. Dopo verrà il turno dei quattro che hanno accumulato oltre mille giorni di lavoro, elencati in rigoroso ordine di presenze: Ettore De Lorenzo, con esordio in Rai nel '95 con nove contratti e 1318 giorni di lavoro, Massimo Calenda, Cecilia Donadio e Adriano Albano.Intanto sulla questione precari una prima trattativa sindacale con la Rai avviata nel giugno 2002 si è impantanata dopo tredici mesi quando è diventato chiaro che l'azienda non era in grado di pianificare oltre i due anni. Sulla vicenda dei cinquecento giornalisti precari storici della Rai sono poi intervenute la Federazione della stampa e la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai sollecitando la ricerca di una soluzione. Il 30 marzo è stato riaperto un tavolo di confronto tra la Rai (con il responsabile delle Risorse umane Gianfranco Comanducci e il suo vice Valerio Florespino) da una parte e dall'altra l'Usigrai, con il segretario Roberto Natale, e il coordinamento dei precari storici organizzato in tre gruppi: i giornalisti con contratti a tempo determinato che lavorano a Roma, i precari delle sedi regionali e i precari della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.Per le sedi sono 160 i precari che dal '95, l'anno preso in considerazione dalla Rai per stilare le graduatorie, hanno accumulato almeno duecento giorni di lavoro. A rappresentarli alle trattative romane c'è una terna: Daniela Senepa di Pescara, Piergiorgio Severini di Milano e Daniela Tortella di Bari. Tre finora gli incontri, l'ultimo il 14 aprile; il prossimo appuntamento è fissato per l'undici maggio puntando a siglare un accordo prima dell'estate. "Il nostro obiettivo - spiega Daniela Tortella, barese, quarantuno anni, da tredici professionista, da cinque precaria Rai - è delineare per tutti i precari storici, cioè per chi da anni lavora in maniera continuativa e pressoché esclusiva per la Rai, un percorso che preveda alla fine del tunnel, la cui lunghezza andrà definita, la certezza dell'assunzione. Per arrivare a questo risultato dobbiamo individuare, partendo da chi ha maturato maggiore anzianità aziendale, dei bacini di garanzia che attraverso un meccanismo di scorrimento consentano di scaglionare le assunzioni in tempi predeterminati. Inoltre, per i precari delle sedi andrà fissato il principio della territorialità, in modo da evitare sconfinamenti o scorciatoie; per capirci, il precario di Milano non potrà essere assunto a Napoli".

RAI, SINDACATI DENUNCIANO ASSUNZIONI 'CLIENTELARI'

Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil denunciano dodici assunzioni 'clientelari' in Rai, riguardanti altrettanti collaboratori esterni inquadrati direttamente al livello di funzionario con trattamento economico personalizzato. Affermano i sindacati di categoria: 'Il vertice aziendale della Rai ha proceduto all'assunzione delle 12 persone senza alcuna necessità organizzativa plausibile, motivata invece dalla presunta regolarizzazione di un possibile contenzioso'. Per le tre sigle, 'ormai appare chiaro che, mentre da una parte l'azienda è ostaggio delle case di produzione private, tanto che i clamorosi insuccessi di alcune trasmissioni vengono contrabbandati come 'sperimentazione', dall'altra si provvede ad assumere a tempo indeterminato 'nel migliore dei modi possibili' questi elementi riconducibili agli stessi interessi esterni'. Tutto cio' 'mentre la Rai evita accuratamente - denunciano Cgil, Cisl e Uil di categoria - qualsiasi iniziativa tesa a valorizzare le tante, tantissime capacita' presenti in azienda e ricostruire in maniera adeguata e moderna la linea professionale editoriale'.

mercoledì 13 febbraio 2008

Se questo è un omaggio...




Francesca Comencini ha realizzato un documentario intitolato "In fabbrica". Diviso in due parti, una contenente immagini "storiche" delle battaglie sindacali del 1900, una dedicata alle questioni maggiormente attuali, come la precarietà del lavoro e l'immigrazione.


Un lavoro di buona qualità complessiva, anche se alcuni jump-cut sulle scene di repertorio avrebbero meritato di essere coperti. La cosa che mi ha disturbato di più, però, è un "sottopancia", quel titolo che viene messo in sovrimpressione per far sapere chi è e cosa fa il personaggio che vediamo sullo schermo.


Mi riferisco alla scritta "Bruno Trentin - segretaria nazionale CIGL". E pensare che la stessa Comencini, durante l'intervista andata in onda a "Primo piano" del TG3, ci aveva tenuto a sottolineare che quelle immagini erano state inserite anche per rendere omaggio alla figura di Trentin, venuto a mancare pochi mesi fa, mentre il film era in fase di postproduzione.


Che dire...? Parafrasando Primo Levi: Se questo è un omaggio...