giovedì 28 febbraio 2008

Rai: esce Mastella,in arrivo Capezzuto

Una storia vecchia di qualche anno (2004), ma sempre interessente da leggere:

SI È APERTO e si sta per chiudere nel nome di Clemente Mastella il purgatorio da precaria Rai di Valeria Capezzuto, napoletana, quarantasette anni a giugno, un diploma al liceo artistico e un'attività giornalistica cominciata nel '92 al Giornale di Napoli, che le consente di diventare professionista nel febbraio del '95. Dal 3 maggio il deputato sannita esce dall'organico della sede
napoletana della Rai. A via Marconi Mastella arriva, benedetto da Ciriaco De Mita, con un contratto da praticante, nel 1973; ha ventisei anni e, alle spalle, una laurea in Lettere e filosofia e brevi esperienze da insegnante, ma a Fuorigrotta rimane soltanto tre anni.
Il 20 giugno del '76, con sessantaquattromila preferenze, viene eletto deputato nella circoscrizione Avellino, Benevento e Salerno, e difende con successo la poltrona a Montecitorio nelle sette elezioni successive. La casella liberata a Napoli da Clemente Mastella dovrebbe consentire l'assunzione a tempo indeterminato del più titolato tra i precari storici di via Marconi, ma il condizionale è necessario perché le vicende Rai hanno quasi sempre evoluzioni tortuose, che diventano imprevedibili nel clima acceso della campagna elettorale.Secondo l'elenco stilato dalla Rai, nella lista dei precari storici delle sedi (sono centosessanta con oltre duecento giorni di lavoro), ci sono undici giornalisti che da anni lavorano con contratti a tempo determinato alla redazione di Fuorigrotta. La prima degli undici è Valeria Capezzuto e sul suo nome ci sono impegni e documenti del comitato di redazione (da febbraio sono in carica
Annalisa Angelone, Enrico Deuringer e Massimo Ravel) e del responsabile dei servizi giornalistici Massimo Milone. Eppure nel marzo del '95, quando l'allora numero uno della redazione partenopea Giuseppe Blasi presentò al direttore della Tgr Piero Vigorelli una terna di nomi (Valeria Capezzuto, Fabrizio Kuhne e Angela Mazzocchi) per la sostituzione, con contratto semestrale, di Mastella, si beccò la bocciatura del comitato di redazione e dell'Assostampa perché la Capezzuto e Kuhne non erano iscritti all'elenco dei disoccupati. La dura opposizione del sindacato si liquefò con l'estate e il primo agosto la Capezzuto conquistò il contratto semestrale. Alla sua assunzione e alla promozione a vice redattore capo di Geo Nocchetti, il deputato Giuseppe Gambale dedicò un'interrogazione al vetriolo (seduta della camera dei deputati del 15 settembre 1995, atto ispettivo numero 4-13577), indirizzata ai ministri delle Poste e della Giustizia. Nell'interrogazione Nocchetti era definito "amico e 'sponsor' della Capezzuto, solerte collaboratore dell'onorevole Mastella e fino a tre mesi fa coordinatore del Ccd campano". Gambale scriveva anche che Valeria Capezzuto sarebbe "diventata giornalista professionista grazie a uno strano attestato di praticantato del Giornale di Napoli allora guidato dal vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera Emiddio Novi". E continuava: "della storia professionale della Capezzuto l'interrogante ricorda, in particolare, le cartelline distribuite ai giornalisti in occasione delle iniziative elettorali dell'onorevole Clemente Mastella, la scorsa primavera". Questo il contrastato esordio in Rai della Capezzuto; ora, dopo nove anni, dodici contratti e 1565 giorni di lavoro, dovrebbe arrivare l'assunzione definitiva. Dopo verrà il turno dei quattro che hanno accumulato oltre mille giorni di lavoro, elencati in rigoroso ordine di presenze: Ettore De Lorenzo, con esordio in Rai nel '95 con nove contratti e 1318 giorni di lavoro, Massimo Calenda, Cecilia Donadio e Adriano Albano.Intanto sulla questione precari una prima trattativa sindacale con la Rai avviata nel giugno 2002 si è impantanata dopo tredici mesi quando è diventato chiaro che l'azienda non era in grado di pianificare oltre i due anni. Sulla vicenda dei cinquecento giornalisti precari storici della Rai sono poi intervenute la Federazione della stampa e la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai sollecitando la ricerca di una soluzione. Il 30 marzo è stato riaperto un tavolo di confronto tra la Rai (con il responsabile delle Risorse umane Gianfranco Comanducci e il suo vice Valerio Florespino) da una parte e dall'altra l'Usigrai, con il segretario Roberto Natale, e il coordinamento dei precari storici organizzato in tre gruppi: i giornalisti con contratti a tempo determinato che lavorano a Roma, i precari delle sedi regionali e i precari della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.Per le sedi sono 160 i precari che dal '95, l'anno preso in considerazione dalla Rai per stilare le graduatorie, hanno accumulato almeno duecento giorni di lavoro. A rappresentarli alle trattative romane c'è una terna: Daniela Senepa di Pescara, Piergiorgio Severini di Milano e Daniela Tortella di Bari. Tre finora gli incontri, l'ultimo il 14 aprile; il prossimo appuntamento è fissato per l'undici maggio puntando a siglare un accordo prima dell'estate. "Il nostro obiettivo - spiega Daniela Tortella, barese, quarantuno anni, da tredici professionista, da cinque precaria Rai - è delineare per tutti i precari storici, cioè per chi da anni lavora in maniera continuativa e pressoché esclusiva per la Rai, un percorso che preveda alla fine del tunnel, la cui lunghezza andrà definita, la certezza dell'assunzione. Per arrivare a questo risultato dobbiamo individuare, partendo da chi ha maturato maggiore anzianità aziendale, dei bacini di garanzia che attraverso un meccanismo di scorrimento consentano di scaglionare le assunzioni in tempi predeterminati. Inoltre, per i precari delle sedi andrà fissato il principio della territorialità, in modo da evitare sconfinamenti o scorciatoie; per capirci, il precario di Milano non potrà essere assunto a Napoli".

RAI, SINDACATI DENUNCIANO ASSUNZIONI 'CLIENTELARI'

Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil denunciano dodici assunzioni 'clientelari' in Rai, riguardanti altrettanti collaboratori esterni inquadrati direttamente al livello di funzionario con trattamento economico personalizzato. Affermano i sindacati di categoria: 'Il vertice aziendale della Rai ha proceduto all'assunzione delle 12 persone senza alcuna necessità organizzativa plausibile, motivata invece dalla presunta regolarizzazione di un possibile contenzioso'. Per le tre sigle, 'ormai appare chiaro che, mentre da una parte l'azienda è ostaggio delle case di produzione private, tanto che i clamorosi insuccessi di alcune trasmissioni vengono contrabbandati come 'sperimentazione', dall'altra si provvede ad assumere a tempo indeterminato 'nel migliore dei modi possibili' questi elementi riconducibili agli stessi interessi esterni'. Tutto cio' 'mentre la Rai evita accuratamente - denunciano Cgil, Cisl e Uil di categoria - qualsiasi iniziativa tesa a valorizzare le tante, tantissime capacita' presenti in azienda e ricostruire in maniera adeguata e moderna la linea professionale editoriale'.

mercoledì 13 febbraio 2008

Se questo è un omaggio...




Francesca Comencini ha realizzato un documentario intitolato "In fabbrica". Diviso in due parti, una contenente immagini "storiche" delle battaglie sindacali del 1900, una dedicata alle questioni maggiormente attuali, come la precarietà del lavoro e l'immigrazione.


Un lavoro di buona qualità complessiva, anche se alcuni jump-cut sulle scene di repertorio avrebbero meritato di essere coperti. La cosa che mi ha disturbato di più, però, è un "sottopancia", quel titolo che viene messo in sovrimpressione per far sapere chi è e cosa fa il personaggio che vediamo sullo schermo.


Mi riferisco alla scritta "Bruno Trentin - segretaria nazionale CIGL". E pensare che la stessa Comencini, durante l'intervista andata in onda a "Primo piano" del TG3, ci aveva tenuto a sottolineare che quelle immagini erano state inserite anche per rendere omaggio alla figura di Trentin, venuto a mancare pochi mesi fa, mentre il film era in fase di postproduzione.


Che dire...? Parafrasando Primo Levi: Se questo è un omaggio...