martedì 27 novembre 2007

La precarietà secondo me, dal di dentro...

La trasmissione Report (Raitre, domenica 25 novembre 2007) ha dedicato un ampio servizio ai precari della Sanità pubblica. Chi l'ha potuto seguire si sarà reso conto di come (la sintesi, in un post, è d'obbligo, chi vuole saperne di più potrà visualizzare testo e filmato dal sito di Report) molti infermieri che prestano servizi negli ospedali del Lazio siano stati assunti, e vengano anche retribuiti, come addetti alle pulizie, mentre invece le cooperative per le quali lavorano ricevono compensi a livello di infermieri professionali qualificati. Tutto quanto raccontato dai colleghi è interessante, ma rimane un ragionamento da fare: non esistono solo gli esternalizzati che lavorano negli ospedali. L'Ente radiotelevisivo di Stato, in casa propria, si comporta né più né meno che gli ospedali di cui sopra. Vogliamo, cari amici, avere il coraggio di raccontare (anche perché molti di voi stanno in queste condizioni) come lavorano i precari della RAI (e delle tv commerciali)? Alcuni spunti di discussione: 1)La questione dei dipendenti assunti a tempo determinato (TD), con contratti di durata variabile da tre settimane a nove mesi, con uno stop obbligatorio tra un contratto e l'altro onde evitare di far lavorare una persona dodici mesi di fila. 2) La paga dei TD è bassissima, appiattita e non tiene assolutamente conto delle capacità professionali, anche esterne all'Azienda, di ciascun dipendente, per cui un montatore RVM con un'esperienza di trent'anni viene pagato esattamente quanto un collega di vent'anni al suo primo impiego. 3) Se in RAI non hanno ancora avuto la faccia tosta di far lavorare diffusamente nei vari centri di produzione personale precario assunto da cooperative, di fatto una grande percentuale di lavori, specialmente per quanto riguarda la postproduzione, viene appaltata all'esterno. Se cambia la forma, la sostanza rimane identica. Le società che lavorano in appalto, normalmente, pagano ancora meno della RAI i lavoratori che, spesso, sono gli stessi precari che vi si appoggiano tra un contratto e l'altro... Anche perché, se la RAI li fa lavorare per nove mesi, le bollette, affitti o rate di mutuo e spesa per far mangiare e vestire se stessi e la famiglia, guarda un po', incidono sul loro bilancio per dodici mesi l'anno.4) La spirale perversa precariato/cause di lavoro, per cui, dopo qualche anno di questa vita, i TD fanno causa all'Azienda per venire assunti a tempo indeterminato. Normalmente, la RAI perde e paga le spese legali. Si calcola che 80 milioni di euro all'anno se ne vadano via in questo modo. Quanto basterebbe per garantire un ottimo stipendio e regolarità retributiva/contributiva a un migliaio di persone.

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