martedì 27 novembre 2007

Essere precari a 50 anni

Salve, questa è la mia storia.

Maggio 1975. Ho iniziato a lavorare in televisione a 18 anni, mancavano poche settimane all'esame di maturità e avevo già scelto che quello della tv, e in generale dei media sarebbe stato il mio campo lavorativo.

Una decisione presa in seguito all'attrazione esercitata su di me da tutto quanto faceva libertà d'espressione e trasmissione attraverso le onde hertziane.

Adolescente, ero un CB, ovvero quegli appassionati di radio che, a differenza dei radioamatori patentati (gli OM e gli IW), impiegavano in assoluta illegalità la frequenza dei 27 MHz per chiacchierare, ma anche per svolgere servizi di utilità sociale come la difesa antincendi, la ricerca di donatori di sangue e via dicendo. Dalla lotta per fare legalizzare la "Banda 27" alla decisione di impegnarmi, collaborando con le nascenti radio-tv libere, nella battaglia per sconfiggere il monopolio RAI, il passo fu breve. Certo, in quell'epoca, mai e poi mai mi sarei immaginato di ritrovarmi, adesso, con in tasca il tesserino magnetico color blu di dipendente TD della Radiotelevisione Italiana...

Nel mezzo, in tutti questi anni, ne ho combinate un bel po'. Ho visto nascere, anzi, ho fatto nascere tv e radio locali, poi a metà degli anni Ottanta ho iniziato a lavorare (a tempo indeterminato, quelli erano bei tempi) in una società che lavorava in appalto per la Rai e per le reti private. A quell'epoca Canale 5 era di Berlusconi, Italia 1 di Rusconi e Rete 4 di Mondadori. Sapete com'è andata a finire. Poi ho dovuto cambiare lavoro, il settore degli appalti è stato rivoluzionato dalla nascita dei sistemi digitali che, specialmente per il montaggio e la grafica, hanno fatto passi da gigante. Avevo trascorso dieci anni, in quell'appalto. Altri dieci li ho passati in un network satellitare straniero, dal quale sono scappato nel 2004, Da allora, contratti con la Rai e con Videotime, La7, Sky, Fox e prestazioni occasionali presso appalti vari. Potrei definirmi un freelance, se non fosse che in Italia questa parola, troppo spesso, diventa sinonimo di precario...

Nessun commento: